[21 settembre]
Sono un paio di notti, forse 3, che faccio sogni confusi ma abbastanza dolorosi. In queste ultime mattine non ho pensato valesse la pena di trascriverli, ma al terzo o quarto giorno di fila di brutti sogni, non posso continuare a sottovalutarli.
[Eh eh, divertente quando l’inconscio (o anche il sommerso) si mette ad urlare attraverso i sogni: DIAVOLO, VUOI SMETTERE DI IGNORARMI? HO UN PAIO DI COSE DA DIRTI!! ASCOLTAAAAA!]
Il pezzo di sogno più doloroso riguarda mia madre, tanto per cambiare. Eravamo nella sua camera, nella loro casa (non quella della nonna dove vivevo io) ed eravamo a letto. Era abbastanza un bel momento, anche se ero preoccupata, perchè lei era malata, ma c’era sempre qualche speranza. Invece lei mi diceva: “mi fa male qui” indicando la bocca dello stomaco. Io toccavo ed era molto dura. Lei mi diceva che era già andata a farsi vedere, e che il tumore era tornato, e questa volta era quella ultima. Quindi io sapevo che lei sarebbe morta, e oltre a cercare di contenere la solita ondata affogante di dolore, pensavo che avrei dovuto fare molte altre cose, e ne avevo paura.
Niente da dire, questo mi fotografa abbastanza, un dolore che non accenna a diminuire di intensità, solo si presenta un po’ più raramente (o sono io che cerco di non sentirlo troppo spesso).
L’altro sogno è successivo, ma non si può mai dire. Mi trovavo in macchina, città sconosciuta, dovevo seguire la macchina precedente, su cui era M. per andare in una destinazione sconosciuta. Sbagliavo, e non potevo più svoltare perchè c’era molto traffico e doppia linea continua. Volevo fare un’infrazione, ma poi pensavo che la macchina era intestata a papà ora (oh, quanto ‘sta cosa mi disturba!) e non era il caso di azzardare troppo (perchè poi? ora che sono sveglia, vedo quanto certi timori siano infondati, facile, eh?).
Comunque proseguo un po’ con la macchina, cercando un punto dove fare inversione. Mi infilo in un piazzale, ma non vedo che ci sono alcuni vasi di basilico per terra e li rovescio. Vorrei proseguire fregandome dei vasi di basilico (non li ho rotti, solo rovesciati), ma vedo che ci sono alcune persone che imprecano contro di me, sono i proprietari dei vasi di basilico e quindi mi fermo. Penso che la macchina su cui è M. si sta allontanando tantissimo e ne sono spaventata. Cerco nella mia borsa il portafoglio, per dare dei soldi a questi che mi urlano contro (per aver rovesciato del basilico? ma sono pazzi!). Resisto alla tentazione di attaccare lite, penso che mi devo sbrigare e raggiungere l’altra macchina. Frugo nella borsa (quella vintage rettangolare, che ora si è rotta…curioso!), ma il portafoglio non c’è…me l’hanno rubato! e non so quando e chi. e comunque non ho soldi da dare a ‘sti qua che urlano, e mi sono persa…
mi sembra talmente evidente la consequenzialità tra i due sogni, che non mi ci metto neppure. Però non immaginavo di sentirmi così tanto senza risorse. Capita ancora, spesso, soprattutto quando il mio padre depresso mi schiaccia con la sua incrollabile determinazione a proclamare che il mondo è una merda e che noi tutti non abbiamo speranza, ma anzi, dobbiamo rassegnarci a che la vita sprofondi ancora di più nel nulla e nell’ansia. Le pastoie, le sue, le mie. Le sue richiamano le mie, è ovvio. Io ho finito l’analisi un anno fa proprio perchè mi ero guadagnata delle risorse, che mi consentivano di camminare da sola e andarmene anzi beatamente in giro. Ma non ci sono risorse eterne, questo lo so. Certe si esauriscono. Certe – se condivise – si consumano. Certe vengono risucchiate. Certe non le sappiamo difendere…
[29 settembre]
Scrivo qui di seguito un altro sogno. Di oggi. Stupido, anche questo è vagamente ricorrente (vedi qua), quindi forse val la pena trascriverlo.
Ho sognato G.: ogni tanto faccio questi sogni alla sliding doors, come se la mia vita non avesse svoltato circa 10 anni fa ed avessi proseguito con la vita precedente. Saremmo sposati, o magari già separati. Sicuramente lo avrei tradito. Comunque: nel sogno lui ha sposato una tipa che assomiglia a Vittoria A., l’amica d’infanzia delle mie sorelle. Una nevrotica inconsapevole, precisina, rigida e incredibilmente noiosa (eccomi, sono io, ovviamente). Io e lui ci rincontravamo ed io ero incontestabilmente più affascinante, vitale, piena di spirito e di passione. Infatti lui ci provava, la cosa era molto tenera, io subivo il fascino dell’essere quella che seduce, che ha il potere, e ci baciavamo. Poi entravano in gioco le mie sorelle, la situazione non era piacevole, entravano anche in gioco altri (la sua famiglia?), c’era gente antipatica e smorfiosa. Qualcuno trattava male I. Io mi chiedevo comunque come sarebbe stata la mia vita se fossimo rimasti insieme.
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