Altro titolo del post potrebbe essere “figlia di Demetra”. La madre morta per eccellenza. La figlia di Demetra era Core (Persefone)? Non mi ricordo più. Non ho mai studiato abbastanza.
“Bisogna lavorare su questa madre malata”. Parole sante. Ma tutta ‘sta voglia, non so se ce l’ho.
Dunque, esce fuori che l’immagine-tipo della mia coppia genitoriale interna è rappresentata perfettamente dall’episodio delle costole. Mio padre che non riesce a sorreggere mia madre inferma, cade lui per primo, io la tengo, mi rompo due costole (e me ne accorgo dopo 5 anni). Due genitori malati. O comunque non in grado di sorreggersi da soli. E alla fine è la figlia che si rompe le costole.
Ok, va bene, ricominciamo?
“Bisogna lavorare sul materno.” Dice la mia analista. Santa donna, certo che centra sempre il punto focale. Lavorare sulla mia immagine interna di maternità positiva. Non più madri mortifere succhia-sangue, ma madri che sostengono. Una coppia di genitori giovani, sani (oddio, per me manco eravamo sani, io e M.!). Che riesce a fare un figlio. E sostenerlo. E accompagnarlo.
Niente da fare, Cavarero, Muraro e tutte le altre che lo hanno detto, avevano ragione .
Prima dei figli bisogna far nascere le madri.
Non voglio rompere le costole a mio figlio
dicembre 2, 2009 di compagnuccia
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